“Laboratorio Roseto”.
La costa abruzzese fra terremoto e turismo

Laboratorio Roseto - immagine di copertina

a c. di Agnese Vardanega.
con la collaborazione di Consuelo Diodati e Rita Salvatore.

Il volume presenta i risultati di due laboratori didattici di ricerca, organizzati nell’ambito del Dipartimento di Teorie e Politiche dello Sviluppo Sociale dell’Università di Teramo, e finalizzati a studiare gli effetti sociali della presenza degli aquilani sfollati a seguito del sisma del 6 aprile 2009 sul territorio di Roseto degli Abruzzi.

Particolare attenzione è stata rivolta al ruolo delle strutture ricettive, che sono state non solo il luogo privilegiato dell’ospitalità, ma anche lo snodo fondamentale delle iniziative pubbliche e della comunicazione istituzionale.

Ma questi laboratori sono stati pensati soprattutto in quanto “esercizi di immaginazione sociologica” per gli studenti, “costretti” — anche grazie all’utilizzo di tecniche di sociologia visuale — a riflettere sulle piccole cose di ogni giorno solitamente date per scontate, ma che rappresentano i mattoni di cui è costruito il mondo sociale di tutti noi.

Tutto al femminile, a parte la prefazione di Everardo Minardi, questo lavoro, a cura di Agnese Vardanega con la collaborazione di Consuelo Diodati e Rita Salvatore (Università degli Studi di Teramo). I contributi sono infatti delle dr.sse (in ordine alfabetico): Roberta Carbonetti, Antonella Carducci, Barbara Coccagna, Fabiana Di Domenicantoio, Cristina Fabi, Marusca Miscia, Anna Piersanti, Natascia Tieri.

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Il volume presenta i risultati di due laboratori didattici di ricerca, organizzati nell’ambito del Dipartimento di Teorie e Politiche dello Sviluppo Sociale dell’Università di Teramo, e finalizzati a studiare gli effetti sociali della presenza degli aquilani sfollati a seguito del sisma del 6 aprile 2009 sul territorio di Roseto degli Abruzzi.

Il primo laboratorio è stato realizzato dagli studenti del Dottorato in Politiche Sociali e Sviluppo Locale a tre mesi esatti dal sisma (luglio 2009), il secondo è stato invece condotto, ad un anno di distanza (aprile-maggio 2010), dagli studenti del corso di laurea in Scienze del Turismo e dello Sport.

Particolare attenzione è stata rivolta al ruolo delle strutture ricettive, che sono state non solo il luogo privilegiato dell’ospitalità, ma anche lo snodo fondamentale delle iniziative pubbliche e della comunicazione istituzionale.

Chiavi di lettura centrali per l’osservazione — con il supporto di tecniche di sociologia visuale — della convivenza di due comunità su uno stesso territorio sono stati i concetti di “disorganizzazione sociale” e di “vacanza non turistica”. In tale prospettiva, i laboratori si sono voluti porre come “esercizi di immaginazione sociologica” per gli studenti, che sono stati “costretti” a riflettere sulle piccole cose di ogni giorno che diamo solitamente per scontate, ma che rappresentano i mattoni di cui è costruito il mondo sociale di tutti noi.

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»» Abstract (English)

This book presents the results of two research labs, organised within the Department of Theories and Policies of Social Development (University of Teramo), and aimed at studying the social effects of the presence of the displaced from L’Aquila on the territory of the coastal town of Roseto degli Abruzzi, after the earthquake of April 6, 2009.

The first study was carried out by the PhD students of the course in Social Policy and Local Development three months after the earthquake (July 2009), while the second one was conducted after one year (April-May 2010) by the undergraduate students of the course in Tourism and Sport Studies.

Particular attention was paid to the role of accommodation services, which revealed to be not only the privileged place of hospitality, but also a fundamental connector between public initiatives, communications and the displaced community.

The concepts of ‘social disorganization’ and ‘non-tourist vacation’ were the core interpretative keys in the observation – supported by visual sociology techniques – of the coexistence of two communities on a same area. In this perspective, the research labs were designed to be ‘sociological imagination exercises’ for the students, who were ‘forced’ to reflect upon the little things of everyday, that, even if normally taken for granted, are the building blocks of our social world.

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Pubblicato il 21 settembre 2011 in I Libri | Feed dei commenti | Commenti | Trackback | .