F. D’Ovidio
Il Movimento degli Indicatori Sociali: declino o rilancio?

Questo paper rappresenta un estratto della tesi di dottorato che l’autore ha discusso a gennaio del 2008 presso il Dipartimento di Teorie e Politiche dello Sviluppo Sociale dell’Università di Teramo. Tale contributo è stato redatto in occasione del VIII incontro SPE giovani ricercatori, tenutosi presso la Certosa di Pontignano (SI) dal 28 al 29 giugno del 2008.

Il lavoro intende sollevare una serie di quesiti sulle sorti del Movimento degli indicatori sociali e sulle possibili traiettorie del suo rilancio. L’interrogativo centrale riguarda la qualità della politica del dato adottata dai livelli internazionali a quelli locali, ed in special modo l’eterogeneità e l’attendibilità delle informazioni che vengono prodotte. A questo proposito si ritiene possibile, se non necessario, pensare ad una ripresa del Movimento partendo proprio dai livelli locali e adottando nuovi modelli di indicatori sociali, con criteri definitori differenti e più adeguati alle “nuove” politiche sociali.

Attualmente Fabrizio D’Ovidio è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Torino. Ha conseguito il dottorato in “Politiche Sociali e Sviluppo Locale” presso l’Università degli Studi di Teramo occupandosi principalmente del rapporto tra indicatori sociali e politiche sociali. Collabora con la Provincia di Teramo, per la quale redige annualmente il Rapporto Sociale, e con diversi enti di ricerca pubblici e privati.

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Dopo una ricostruzione storica del Movimento degli indicatori sociali, che ha visto l’alternarsi di fasi di intensa attività a periodi di crisi e stasi sociografica, si entra nel vivo della serie di interrogativi che costituisce la base di questo contributo: cosa ne è stato del Movimento nell’ultimo decennio? È l’assunto di cogliere la realtà sociale nella post-modernità o nella tardo-modernità che viene meno? Oppure è la ridondante e disarmonica offerta di informazioni che disorienta il ricercatore sociale?

Quel che è certo è che la povertà di studi relativi al Movimento che caratterizza la letteratura internazionale degli ultimi anni riflette una fase difficilmente interpretabile, se non forse in rapporto all’indebolimento della tensione verso l’implementazione di politiche sociali di ampia portata.

Pur considerando ancora attivo il Movimento, l’uso degli indicatori sociali sembra rimanere confinato prevalentemente a studi comparativi internazionali relativi alle condizioni di vita e ai mutamenti socio-economici, ad eccezione delle indagini sulla qualità della vita e sul benessere di specifici contesti nazionali o metropolitani. Occorrerebbe chiedersi, allora, quanto inciderebbe il Movimento degli indicatori sociali sulle politiche “locali”. In questa direzione, probabilmente il Movimento potrebbe trovare terreno fertile per una sua ripresa, restituendo slancio e vigore ad una politica del dato che a livello locale resta precaria e fortemente disomogenea.

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After historically reconstructing the Social Indicators Movement, with all its various highly active phases as well as its crisis and standstill periods from the sociography’s perspective, this contribution basically focuses on questions such as: How has the Social Indicators Movement evolved throughout the last ten years? Is the description of the social reality in the post-modernity or late-modernity still an option? Is the redundant and heterogeneous data offer disorienting social researchers?

In recent years, within the international literature, the studies on this Movement are undoubtedly scarce. Therefore, this phase is difficult to be interpreted, unless this difficulty is linked to the weakening of interest to adopt very wide social policies.

Even though this Movement is still considered active, the use of social indicators seems to be mainly limited to international comparative studies on life conditions and socio-economics changes, with the exception of studies on quality of life or wellbeing in specific metropolitan and national contexts. Consequently, the question should be: what could be the possible impact of the Social Indicators Movement on the “local” policies? It’s in this direction that the Movement could find a fertile ground to grow again and could launch a new and stronger data policy, that is still producing too many heterougenous data and is still poor at local level.

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Pubblicato il 8 maggio 2009 in I Working Papers | Feed dei commenti | Trackback |