A. Vardanega
La tradizione come ambivalente risorsa per lo sviluppo locale

Questo paper è pubblicato insieme ad un lavoro di Everardo Minardi (vedi scheda), che affronta l’analisi delle trasformazioni delle professioni a partire dall’ipotesi che il crescente ruolo della conoscenza produca una sempre maggiore differenziazione dei profili occupazionali e professionali, ed una combinatoria di competenze del tutto innovative che si intrecciano e si rimandano reciprocamente. L’analisi delle occupazioni e delle professioni deve pertanto abbandonare i più o meno latenti schemi dualistici, per sondare altri percorsi di osservazione e di riflessività. Stessa esigenza teorico-metodologica — ma in riferimento al concetto di “tradizione” — viene espressa anche in questo lavoro, che si propone di individuare le caratteristiche che possono fare della tradizione una risorsa per lo sviluppo sociale ed economico (in termini di valori e significati condivisi, e dunque di fiducia e capitale sociale) senza trascurare i limiti che essa pone al pieno sviluppo della libertà e dell’iniziativa individuale.

Agnese Vardanega è professoressa associata presso l’Università degli Studi di Teramo; recentemente, ha pubblicato per Aracne L’analisi dei dati qualitativi con Atlas.ti e per FrancoAngeli Le ragioni del soggetto. Credenze, esperienze, razionalità.

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Solitamente, la tradizione viene rappresentata dal senso comune — e dalle scienze sociali — come fonte di valori e di significati condivisi. Nello stesso tempo, le interpretazioni moderne di questo concetto, in quanto fondate su opposizioni quali tradizionale / moderno, o passato/futuro, tendono a riflettere il “lato oscuro” della Modernità, e le sue inquietudini (cfr. fra gli altri Luhmann 1992 e Giddens 1994).

Nella prospettiva weberiana, la “tradizione” non costituisce invece una forma di organizzazione sociale e culturale internamente omogenea contrapposta a quella “moderna”, ma una modalità di costruzione del senso e di legittimazione, riferibile a tutte le istituzioni sociali, a seconda dei contesti storico–sociali in esame. Seguendo questo suggerimento, il paper presenta alcune delle “semantiche della tradizione” che hanno accompagnato lo sviluppo della modernità, per arrivare ad individuare alcune caratteristiche che possono fare della prima una risorsa per lo sviluppo sociale e dunque economico (in termini di valori e significati condivisi, e dunque di fiducia e capitale sociale). Nel tentativo di superare la classica dicotomia, il lavoro prende però in esame anche i limiti che la tradizione pone al pieno sviluppo della libertà e dell’iniziativa individuale, evidenziando in particolare il ruolo della razionalità rispetto ai valori (collocata fra “tradizione” e “razionalità rispetto ai fini”) nel consentire il coordinamento dell’azione e l’organizzazione sociale.

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Tradition is generally represented as a source of values and shared meanings by common sense, and even social sciences. At the same time, modern interpretations of this concept tend to reflect the “dark side” of Modernity and its concerns, as far as they are founded on oppositions such as traditional/modern or past/future (see, among others, Luhmann 1992 e Giddens 1994).

In Weber’s thought, “tradition” does not represent an internally homogeneous social and cultural organization, in opposition to the modern one, but a type of meaning construction and legitimacy, which can be applied to all social institutions, depending on the historical and social context under examination. Following this last suggestion, this paper presents some semantics of “tradition” which have accompanied the development of “modernity”, in order to identify the characteristics that may lead tradition to be an effective resource for social and economic development — in terms of shared values and meaning, and therefore of trust and social capital. In the attempt to overtake the classical dichotomy, the work also takes into account the limitations tradition may pose to the full development of individual’s freedom and initiative, and the role of “value rationality” (as located between “tradition” and “means-end rationality”) in action coordination and social organization.

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Pubblicato il 30 marzo 2009 in I Working Papers | Feed dei commenti | Trackback |