C. Diodati
Urbanization and Tourism on the Abruzzo Coast

Questo working paper è parte di un più ampio progetto di ricerca empirica sulle problematiche delle identità, del territorio e del turismo (P.A.R. 2008 “Territorio e Identità”, finanziato dall’Università di Teramo). Nello specifico, si è analizzato il ruolo svolto dalla pianificazione urbana – implicita nei Piani regolatori dei contesti di indagine – sulla trasformazione e percezione del territorio in termini di maggiore o minore conservazione, tutela e promozione dello stesso (si presenta, ad esempio, il case-study sulle piste ciclabili), nonché le inevitabili ripercussioni che tali trasformazioni hanno sull’identità locale, e sulla promozione turistica.

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Consuelo Diodati, ricercatrice in Sociologia e Sociologia del Turismo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Teramo, studia le tematiche inerenti le interdipendenze individuo-società, i problemi delle identità nelle società contemporanee e – in tale ambito – i cambiamenti del territorio in relazione alle dinamiche turistiche. Le sue ultime pubblicazioni su tali temi sono: Globalizzazione e dinamiche di ridefinizione delle identità (a c. di A. Montanari e D. Ungaro, Rubettino, 2005); I telegiornali italiani alla fine del XIX secolo (Teramo, Il piccolo libro, 2006); Saggi sull’ambivalenza (Roma, Aracne, 2007).

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Il presente lavoro porta avanti un’analisi comparativa delle politiche di pianificazione urbana nei paesi che si affacciano sulla costa adriatica della regione Abruzzo. Nonostante tali aree abbiano alte potenzialità di sviluppo turistico (sono tutte localizzate sul mare, i costi di soggiorno sono abbastanza contenuti, sono vicine ad altre località interessanti – come parchi montani e città d’arte -, hanno sviluppato tutte nel corso del tempo una forte tradizione enogastronomia), in realtà tali potenzialità non vengono sfruttate a pieno. L’analisi ha evidenziato come il fallimento nel raccogliere tali opportunità possa essere attribuito a diversi ed eterogenei fattori:

1) I paesi presi in considerazione sono insediamenti sorti abbastanza recentemente (tra l’inizio del Novecento ed il periodo subito successivo alla seconda guerra mondiale); 2) Anche se i paesi sono tutti localizzati sulla costa, la loro identità non appare delineata da tale elemento, quanto piuttosto dalla matrice contadina delle colline sovrastanti; 3) Tale identità contadina non risulta identificabile laddove trasposta in una differente localizzazione; 4) Tale identità contadina è strettamente legata all’ethos del “familismo amorale” concettualizzato da Banfield, secondo il quale le persone, in particolare nel sud d’Italia, non agiscono per il bene comune, bensì per la promozione e la protezione di sé stessi e della propria famiglia; 5) Le politiche di pianificazione urbana portate avanti dalle pubbliche amministrazioni hanno fallito nel conservare la continuità con l’identità contadina, orientandosi ad esempi di modernizzazione senza radici, assimilabili alla definizione di “non-luogo” di Marc Augé; 6) Infine, l’approccio al territorio ed alla sua gestione da parte delle pubbliche amministrazioni ha spesso rappresentato una continuazione della tradizione di mezzadria tipica delle comunità contadine dell’Italia del sud, perpetuando il fallimento nell’incremento delle capacità degli individui di partecipare alle scelte ambientali, nonché alle istanze del territorio.

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»» Abstract (English)

The purpose of this paper is to carry out a comparative analysis of the urban planning policies of the small towns that dot the Abruzzo segment of the middle-Adriatic coast. Even though all of the small towns subject of the analysis have a high potential for tourism development (they are all located by the sea and in pleasant surroundings, their hospitality costs are relatively low, they are near attractive sightseeing locations such as mountain parks and art-filled cities, have a highly developed food culture etc.), in practice, this potential is not being exploited. The analysis has shown that the failure to seize these development opportunities can be attributed to several, fairly heterogeneous factors:

1) The towns were settled relatively recently (between the early 1900s and the period immediately following the Second World War); 2) Even though the towns are located by the sea, their identity is not defined by it, but rather by the farming communities on the nearby hills, of which they are extension; 3) Such farm-based identity is not readily identifiable when it is transplanted to a different location; 4) A farm-based identity is closely linked with the ethos of “amoral familism” developed by Banfield, according to which people, particularly in Southern Italy, are not inclined to act together for their common good, choosing to exclusively promote and protect their families; 5) The urban planning policies pursued by the local public administrations failed to provide any continuity of the farm-based identity, producing instead examples of a modernization without roots that, in some instances, are consistent with Marc Augé’s definition of a “non-place”; 6) Lastly, the approach chosen by the local public administrations represents an extension of the sharecropping tradition of Southern Italy’s farming communities, in that it perpetuates a failure to empower individuals to address environmental and community issues.

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Pubblicato il 10 marzo 2009 in I Working Papers | Feed dei commenti | Trackback |